One person

Festival Point Point 3

Avranches, Normandie

10.09-25.09.2022

A cura di FAIRE DE RIEN

Il festival Point Point è una passeggiata artistica dell'associazione FAIRE DE RIEN che propone di investire la città di Avranches, in Normandia, come un museo a cielo aperto. 23 artisti sono stati invitati a creare opere che si integrino nello spazio pubblico e giochino sul loro grado di visibilità sfruttando la diversità del paesaggio urbano.

"Pezzi di Bruxelles", 2022, è la proposta formulata in questo contesto. I timbri di dettagli della città di Bruxelles sono realizzati in argilla: frammenti di architettura, arredi urbani, targhe commemorative, automobili. Queste sculture vengono poi cotte e smaltate e portate ad Avranches per essere disseminate nello spazio pubblico in modo talvolta ostentato, talvolta discreto, persino segreto. Circa cinquanta pezzi sono installati in un raggio di 127,5 metri intorno all'Ufficio del Turismo, giocando con il confronto con gli elementi e i segni presenti in loco. È la conquista di un territorio o i timidi punti di riferimento che stabiliamo quando mettiamo piede in un territorio sconosciuto? È un atto di affermazione di un'identità o di dissoluzione? È il fantasma di una città nella carne di un'altra? È lo specchio di una città in un'altra, visto che oggi le città sono così simili? È un ricordo, una traccia, un'esca storica? Si tratta di un sondaggio, di una deviazione magica del flusso che irriga questi luoghi? Dopo la fine del festival, le ceramiche rimangono in loco, soggette al loro destino archeologico. 

Trentesimo Premio per l'Incisione e l'Immagine Stampata

Centro per l'Incisione e l'Immagine Stampata, La Louvière

17.12.2021-27.02.2022

Call the world for less

Komplot, Bruxelles

16.10-06.11.2021

Cluj | Roma | حلب Roma | Bamako | Roma | ⵜⵉⴳⵎⵎⵉ ⵜⵓⵎⵍⵉⵍ ⵜ | Roma  | تهران  | Roma | Priština Roma ⴹⵊⴻⵍⴼⴰ | Roma | Kolwezi | Roma | Kigali | Roma | الإسكندرية Roma | El Alto | Roma Fortaleza | Roma  | Łódź Roma | Lima | Roma | Gduńsk | Roma | کراچی Roma | Pikine | Roma | București| Roma | تونس | Roma | İstanbul Roma | کابل | Roma | Kisásá | Roma | مُرَاكُش | Roma | الرباط  | Roma

Cluj >< Roma >< حلب ><  Roma >< Bamako >< Roma >< ⵜⵉⴳⵎⵎⵉ ⵜⵓⵎⵍⵉⵍ ⵜ >< Roma  >< تهران  >< Roma >< Priština ><Roma ⴹⵊⴻⵍⴼⴰ >< Roma >< Kolwezi >< Roma >< Kigali >< Roma >< الإسكندرية >< Roma ><  El Alto >< Roma >< Fortaleza >< Roma >< Łódź >< Roma ><  Lima >< Roma >< Gduńsk >< Roma >< کراچی >< Roma >< Pikine >< Roma >< București>< Roma >< تونس >< Roma >< İstanbul >< Roma >< کابل >< Roma >< Kisásá >< Roma >< مُرَاكُش >< Roma >< الرباط  >< Roma

Cluj – Roma حلبRoma Bamako Romaⵜⵉⴳⵎⵎⵉ ⵜⵓⵎⵍⵉⵍ ⵜ –Roma  – تهران  – Roma Priština – Roma –  ⴹⵊⴻⵍⴼⴰ – Roma – Kolwezi Roma Kigali Roma – الإسكندرية – Roma – El Alto –  Roma Fortaleza – Roma Łódź Roma  Lima Roma Gduńsk – Roma – کراچی – Roma  Pikine Roma –  BucureștiRoma تونس Roma – İstanbul – Roma – کابل – Roma Kisásá Roma – مُرَاكُش – Roma –الرباط  –Roma

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Rosa, Rosa, Rosae, Rosae (II)

Maison Pelgrims, Bruxelles

10.09-23.10.2021

A cura di Pauline Hatzigeorgiou

Per la seconda iterazione della mostra Rosa, Rosa, Rosae, Rosae, dedicata alla tematica della "trasmissione", l'interesso si porta su dettagli di archivi scolari degli anni novanta. Esercizi, commentari aggiunti nella margine delle copie dalle professori, testi classici dell'infanzia (Il Piccolo Principe d'Antoine de Saint-Exupéry, un poema di Rimbaud), creatività infantile in reazione alle esigenze dei docenti... Le tracce scritte prodotte nell'ambito della scuola testimoniano dell'incontro di due visioni del mondo, quella degli adulti e quella dei bambini. Le due provanno di mettersi al livello dell'altro, in confronti spesso comici. A volte, l'adulto prova di parlare il linguaggio dei bambini, a volte i bambini imitano il linguaggio degli adulti. Il tutto succede in un gran misto d'ingenuità, di buona volontà, di morale, di creatività inaspettata, di malintesi piu o meno totali. Questi dettagli, in quale si legge l'incontro dei linguaggi, sono ristampati su delle grande foglie colorate, flessibile, attaccate a dei pezzi metallici dritti e rigide. 

Le marchand de glaces

Été 78, Bruxelles

02.09-05.09.2021

La mia prima idea per il titolo di questa mostra è stata "Siamo realisti", in un riferimento quasi estatico, quasi isterico, a Emile Zola, Emmanuel Macron, La Repubblica... Ma più tardi, mentre sfogliavo la sorprendente produzione creativa della mia collega Osanne Gevart, che avevo invitato a partecipare a questa mostra insieme a me come duo, mi sono fermata davanti a un disegno, o forse a due disegni, realizzati sulla doppia pagina di un quaderno. La parte inferiore di questo dittico rappresentava, mi ha detto, un venditore di gelati. La parte superiore del dittico mostrava il mondo, o anche una cipolla. Ero così entusiasta! Il realismo era presente! Mi sono immediatamente iniettato due dosi. Insomma, ho ordinato subito due palline. E già desideravo un terzo.

Roma

Le Delta, Namur

13.08-05.09.2021

A cura di Anaël Lejeune

"Quest'estate il Delta ospita una nuova installazione dell'artista Yoann Van Parys (1981). Proveniente dal disegno, dal fumetto, poi dalla fotografia e dalla scrittura d'arte, l'artista non smette di interrogarsi sul funzionamento delle immagini lavorando sulla loro materialità, sulla loro frammentazione, sulle loro associazioni. Se non fosse per la sua estetica generosamente colorata e per l'umorismo stralunato che lo caratterizza (e che dovrebbe mettere in guardia il pubblico dall'elemento di derisione sempre presente nel modo in cui guarda ai suoi contemporanei e ai loro comportamenti), l'opera di Yoann Van Parys nasconde comunque una dimensione malinconica ed elegiaca. Roma, il cui nome si moltiplica all'interno dello spazio vetrato, rimane irrimediabilmente inaccessibile. È una terra idilliaca, difficile da visitare in questo periodo di Covida a causa dell'impedimento dei movimenti della popolazione; è l'ex terra promessa degli artisti europei e il simbolo di un'età dell'oro artistica che forse non è mai stata raggiunta. Questa città irraggiungibile e tutto ciò che simboleggia sono sostituiti da altre immagini più futili e superficiali, incontrate nel corso di una passeggiata a Namur, che sembrano fungere da palliativi al viaggio: vetrine in cui è ammassata la nostra presunta ricchezza, manichini di plastica simili a statue antiche con canoni di bellezza impeccabili, cantieri eretti come rovine al contrario, monumenti locali obsoleti, finta vegetazione esotica in vaso, canali fluviali su cui navigano poche e stanche chiatte. Tanti oggetti frivoli e divertimenti che suonano come vuote e facili promesse di accesso all'altrove e all'autentico; "Vola via" promette una pubblicità. Tuttavia, nello spazio vetrato del Tambour, i diversi strati di immagini si sovrappongono e si opacizzano, interponendosi inesorabilmente di fronte a Roma per sostituirla perfidamente e definitivamente."

Anaël Lejeune